sabato 24 dicembre 2011

Messaggio di Papa Benedetto XVI per la Giornata Mondiale della Pace

1. L'inizio di un nuovo anno, dono di Dio all’umanità, mi invita a rivolgere a tutti, con grande fiducia e affetto, uno speciale augurio per questo tempo che ci sta dinanzi, perché sia concretamente segnato dalla giustizia e dalla pace.

Con quale atteggiamento guardare al nuovo anno? Nel Salmo 130 troviamo una bellissima immagine. Il Salmista dice che l’uomo di fede attende il Signore « più che le sentinelle l’aurora » (v. 6), lo attende con ferma speranza, perché sa che porterà luce, misericordia, salvezza. Tale attesa nasce dall’esperienza del popolo eletto, il quale riconosce di essere educato da Dio a guardare il mondo nella sua verità e a non lasciarsi abbattere dalle tribolazioni. Vi invito a guardare il 2012 con questo atteggiamento fiducioso. È vero che nell’anno che termina è cresciuto il senso di frustrazione per la crisi che sta assillando la società, il mondo del lavoro e l’economia; una crisi le cui radici sono anzitutto culturali e antropologiche. Sembra quasi che una coltre di oscurità sia scesa sul nostro tempo e non permetta di vedere con chiarezza la luce del giorno.

In questa oscurità il cuore dell’uomo non cessa tuttavia di attendere l’aurora di cui parla il Salmista. Tale attesa è particolarmente viva e visibile nei giovani, ed è per questo che il mio pensiero si rivolge a loro considerando il contributo che possono e debbono offrire alla società. Vorrei dunque presentare il Messaggio per la XLV Giornata Mondiale della Pace in una prospettiva educativa: «Educare i giovani alla giustizia e alla pace », nella convinzione che essi, con il loro entusiasmo e la loro spinta ideale, possono offrire una nuova speranza al mondo.

leggi il messaggio su: http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/messages/peace/documents/hf_ben-xvi_mes_20111208_xlv-world-day-peace_it.html

giovedì 15 settembre 2011

Lampedusa. Avamposto di umanità.

Il presidente dell’Azione Cattolica Italiana, Franco Miano, si è recato il 13 settembre in visita a Lampedusa nella settimana di preparazione della festa della Madonna di Porto Salvo per prendere coscienza diretta dei luoghi che hanno visto passare migliaia di uomini e donne immigrate. “Lampedusa è isola solidale, ma non può essere lasciata sola”, ha detto Miano: “La sua gente generosa e solidale deve essere sostenuta nello sforzo quotidiano dell’accoglienza ai molti che quasi ogni giorno si presentano sulle sue coste in fuga dalla guerra o dalla fame”.

All’inizio del nuovo anno pastorale, Lampedusa e la sua gente hanno offerto all’Azione Cattolica Italiana un punto di osservazione privilegiato per provare a leggere la complessità del momento presente.
Al centro del Mediterraneo, avamposto dell’Europa, Lampedusa è porto d’approdo per chi proviene dalle coste africane. Gli sbarchi continui hanno acceso ancora una volta una luce su quanto accade sulle coste del Maghreb, sulla domanda di libertà e rinnovamento che è stata formulata con forza in quelle terre e sulle sfide che la “primavera araba” pone all’Europa.
Il panorama politico è in rapida evoluzione, si delineano soggettività che reclamano una politica estera indipendente, governi che appaiono molto meno controllabili dai Paesi occidentali ma al tempo stesso potenzialmente interessati ad una interlocuzione privilegiata con l’Europa, alla quale i Paesi arabi sono legati da profonde radici storiche e culturali, da stretti rapporti commerciali e da una fitta rete di relazioni personali.

Intanto, i giovani arabi che lasciano le coste africane per raggiungere l’Europa, e i loro compagni di viaggio che provengono dai Paesi a Sud del Sahara, ci costringono a domandarci se esistono alternative al viaggio, se esiste un modo per evitare lo scandaloso tributo di vite umane preteso dal mare, se è possibile istituire vie d’accesso meno pericolose, se è possibile rendere finalmente efficace la cooperazione internazionale, se occorrerà aspettare ancora a lungo per vedere raggiunti gli Obiettivi di sviluppo del Millennio.

Lampedusa e la sua gente non spingono il nostro sguardo soltanto verso l’Africa: gli sbarchi, i sopravvissuti, i morti annegati, la ricerca di una vita buona che anima ogni viaggio, conducono ad una riflessione sulla totalità della nostra esistenza, chiamando in causa l’identità profonda del nostro Paese e dell’Europa intera.
Nonostante la tendenza ad una “burocratizzazione” degli interventi in tema di immigrazione, che accomuna soprattutto i Paesi del Sud Europa, il fenomeno migratorio - ormai strutturale - sta plasmando le comunità e i tessuti sociali, interrogando i valori della nostra civiltà.

La sofferenza di uomini e donne che arrivano dall’altra sponda del Mediterraneo sta agendo sulla nostra storia e può fecondarla mostrando una via d’accesso all’autenticità dell’uomo.
La gente di Lampedusa ha ritrovato la propria umanità negli uomini e nelle donne accolti al porto, per questo si è commossa ed ha scelto liberamente di intervenire.

E’ una esperienza che ancora una volta richiama l’Azione Cattolica alla sua responsabilità educativa, affinché sia curata adeguatamente la formazione di coscienze capaci di muovere – e commuovere – al bene dell’uomo, sostenendo i percorsi di dialogo e confronto a servizio dell’integrazione senza cedere alla tentazione di un arroccamento attorno ad una identità difensiva costruita rimarcando le differenze. D’altro canto, occorrerà evitare di scivolare in un assistenzialismo che non dia ragione della piena dignità della persona, privilegiando invece la sua partecipazione significativa e la costruzione di un progetto condiviso.

mercoledì 24 agosto 2011

Navigando in altro mare

Cosa voglio io dal mare non lo so
forse voglio ricercare una risposta,
cosa spinge a navigare non lo so
so che voglio abbandonare questo porto

E rimetto in discussione la mia vita fino ad ora,
tutto quanto sembra nuovo se ti affacci dall'oblo',
e la gioia di approdare a un altro cuore
che ti aiuti a diradare quella nebbia che c'e' in te

Rit. Navigando in altro mare
dialogare con il mondo
il coraggio di partire
la paura di affondare
navigando in altro mare
avventura affascinante
l'altro mi apre le sue spiagge
io l'aspetto all'orizzonte

Lascio a terra quel mio guscio di certezze,
apro gli occhi allo stupore delle onde,
e respiro questo mare attorno a me
e lo temo quando il vento soffia forte

Un viaggio verso l'altro che talvolta fa paura
perche' il mare sai e' diverso dalla solita poltrona
ma non puoi restare a terra e non partire
l'altro chiama ed e' la vita che ti vuole tra le onde

sabato 20 agosto 2011

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ghana ambassador and biagio conte 2

ghana ambassador and biagio conte

L'ambasciatrice del ghana a palermo

Venerdì 19 agosto, l'ambasciatrice è stata accolta dal prefetto di Palermo dr. Umberto Postiglione. Durante l'incontro particolarmente cordiale si e' discusso di flussi migratori, di percorsi di accoglienza ed integrazione.
La comunita' ghanese presente a Palermo ammonta a circa tremila persone (anche se i dati ufficiali riportano un migliaio di presenze), molto legati alla madre patria, ma particolarmente soddisfatti dell'accoglienza loro riservata in citta': la generosita' e la giovialita' dei siciliani, unitamente al clima mite - simile a quello presente in Ghana - creano un ambiente confortevole, particolarmente confacente alla solarita' che caratterizza questo popolo.
L'ambasciatrice ha piu' volte riferito che i ghanesi che arrivano in Sicilia, ed in particolare a Palermo, presto maturano il desiderio di restare e sono grati a questa citta' per l'accoglienza loro riservata. Il Prefetto ha rilevato l'importanza strategica della Sicilia nei percorsi di sviluppo attivati in Europa in favore dei Paesi africani e si è reso disponibile ad assicurare il necessario sostegno alle iniziative future che saranno organizzate per rendere solida e feconda la collaborazione con il Governo del Ghana.
La centralità dei percorsi a sostegno dell'integrazione e l'importanza di suggerire agli imprenditori locali le opportunità oggi presenti in Ghana sono state al centro dell'incontro tenuto a Palazzo Comitini con il vicepresidente della Provincia di Palermo Pietro Alongi e la consigliera provinciale Luisa La Colla. L'Ambasciatrice ha avuto modo di rilevare che lo sviluppo di iniziative commerciali in diversi settori di interesse in Ghana potrà portare sicuro giovamento ad entrambe le parti; in particolare ha richiamato la rilevanza dei temi legati alle fonti rinnovabili di energia (eolica, solare, biomasse, biodiesel etc.), le opportunità offerte dall'agro – business, la ricerca di partner tecnici qualificati nell'ambito della salute, le occasioni favorevoli presenti nel campo immobiliare, nell'ambito delle infrastrutture, il nuovo e crescente mercato del turismo. Ad ognuno di questi ambiti sarà presto riservato l'approfondimento necessario attraverso seminari tematici destinati agli imprenditori locali.
L'alto livello di sicurezza e il rispetto dei principi democratici riconosciuti al Ghana, riferisce l'ambasciatrice, ne fanno un contesto ideale per avviare nuove iniziative imprenditoriali.

giovedì 23 giugno 2011

Altri Avvocati

Su iniziativa della Caritas Diocesana di Palermo, insieme all'Associazione Santa Chiara, all'Associazione Apriti Cuore onlus e alla Fondazione Antiusura SS Mamiliano e Rosalia, in data 20 giugno 2011 - giornata mondiale del rifugiato - e' stata costituita l'associazione Altri Avvocati (Assistenza Legale per Tutti i Rifiutati) che si propone di operare al fine di approfondire le tematiche relative alla tutela legale dei soggetti fragili, nelle diverse aree di disagio sociale. L'associazione e' costituita quale organizzazione di volontariato e potranno farne parte avvocati, praticanti avvocati, laureati e studenti della facolta' di legge che ne condividano le finalita' e siano disposti a prestare la propria attivita' spontanea e gratuita, senza fini di lucro, per le iniziative dell'associazione nel campo della formazione, della solidarieta' sociale e della promozione dei diritti civili della persona. Per informazioni: altriavvocati@gmail.com

giovedì 19 maggio 2011

Miami

Passeggiata a Miami Beach, in Ocean Drive un locale passa a tutto volume l'Italiano di Toto Cutugno riarrangiato ... Lasciatemi cantare - unz unz unz - con la chitarra in mano - unz unz unz - Sono un italiano - unz unz unz - un italiano vero.

Miami: Palestrati, pensionati, obesi, abbronzati, minigonne, scollature, rifatte, naturali, giovani, vecchi, white, coloured, spanish, e molta altra varia umanità ...

domenica 8 maggio 2011

Dal documento finale della XIV assemblea dell'Azione Cattolica italiana

L'Azione Cattolica è un'associazione dall'incredibile vivacità, ricca di risorse umane, idee, progetti. Attraverso la cura delle relazioni e la centralità della persona, metodo e sostanza della vita associativa, si propone di essere un'esperienza a misura di ciascuno. La sua tradizione formativa, l'impegno educativo di tanti giovani e adulti, accompagnati da sacerdoti assistenti, ha una meta alta: sostenere la crescita di credenti e cittadini capaci di responsabilità, capaci cioè, di rispondere ai tanti interrogativi personali e sociali che il tempo presente offre. A noi tutti è chiesto di vivere la fede nell'ordinario, secondo uno stile feriale, umile, costante, gioioso, rispettoso. A noi tutti è chiesto di amare la vita, gustarne la bellezza, coglierne i segni profetici e individuarne le contraddizioni. È l'idea di una fede incarnata, segno caratterizzante l'esorienza dell'azione cattolica. È il dono più concreto che l'associazione può offrire, oggi alla Chiesa e al Paese.

domenica 17 aprile 2011

OLTRE L’INDIGNAZIONE, UN BISOGNO DI FUTURO

Ricevo, sottoscrivo e rilancio

Aprile 2011 OLTRE L'INDIGNAZIONE, UN BISOGNO DI FUTURO   Da anni le nostre associazioni si occupano e si preoccupano di formare cittadine e cittadini consapevoli, fedeli ai principi della Costituzione ed ai valori condivisi del Concilio Vaticano II.Spesso abbiamo preso la parola ed intrapreso azioni civili e politiche che contribuissero all'analisi della realtà politica del Paese, alla crescita della coscienza civica, al progressivo miglioramento delle istituzioni, al richiamo costante del rispetto dei principi di legalità e trasparenza nella gestione di ogni forma di potere, alla denuncia di rischi di degenerazione del sistema o di indebolimento del tessuto sociale, alla vigilanza sul pericoloso affievolimento dei diritti esistenziali delle persone e sulla limitazione delle libertà fondamentali e delle garanzie di giustizia ed uguaglianza.Abbiamo condiviso fin dal 1994 il monito forte e chiaro di don Giuseppe Dossetti che, da antico costituente, intravedeva nell'alba dell'era berlusconiana le tinte fosche di un lento declino della nostra democrazia repubblicana.Abbiamo sperato, a fasi alterne, nella possibilità di riscatto di tutte le forze democratiche ed investito sui percorsi di cittadinanza attiva.Oggi la misura del degrado politico-istituzionale si è colmata, il silenzio pubblico diventa omertoso e complice, l'indignazione deve essere coralmente manifestata a voce alta e la pacatezza può essere solo il volto della mitezza e non forma di un pavido sussurro di chi non vuole perdere privilegi o di chi teme le ritorsioni di un potere che nella decadenza si fa più duro ed oltraggioso.Già le donne di ogni età, provenienza, tessuto sociale, orientamento politico differente hanno saputo risvegliare la coscienza civile del Paese, mettendo a nudo ancora una volta il legame tra sesso e potere, nonché le ambiguità della "doppia morale".Dopo gli ultimi episodi di malcostume di esponenti di vertice delle nostre istituzioni, molte autorevoli voci si sono levate per denunciare la logica della prevaricazione del denaro, del ricatto, della violenza, della menzogna elevata a sistema, della corruzione non solo politico-clientelare, ma anche quella delle coscienze, soprattutto dei minori.Noi vogliamo associarci a queste voci nel ribadire che:• il rispetto del principio di legalità è un prerequisito per la democrazia e per la partecipazione politica a qualsiasi livello venga svolta, a maggior ragione se si ricoprono ruoli istituzionali;• la dialettica istituzionale non può essere assorbita dai problemi giudiziari di un singolo esponente politico, con conseguente, grave turbativa della stessa attività legislativa, umiliata dall'approvazione di leggi ad personam;• il rapporto corretto fra poteri dello Stato va gelosamente tutelato secondo quanto stabilisce la Costituzione, se non si vuole incorrere in un marasma d'insanabili conflitti a detrimento dello stesso ordine democratico;• l'acquisizione di "abiti virtuosi" resta una condizione necessaria ed indispensabile per l'agire in politica;• l'esercizio di un'"autorità responsabile", come afferma il Compendio della dottrina sociale della Chiesa (n. 410) deve essere svolto "mediante il ricorso alle virtù che favoriscono la pratica del potere come spirito di servizio";• gli "imbarazzanti" comportamenti "privati" del Presidente del Consiglio, oltre a inficiare in maniera irreparabile il decoro delle istituzioni e la credibilità internazionale dell'intero Paese, confermano sempre più, indipendentemente dagli esiti giudiziari, la sua "inadeguatezza sostanziale" rispetto alla carica ricoperta. A margine di tutto ciò, non possiamo poi non esprimere forti motivi di preoccupazione su altri fronti "caldi" della vita politica nazionale. Pensiamo, in particolare:• ai tentativi, reiterati sotto varie forme, di stravolgere spirito e architettura del sistema costituzionale;• alla gestione del tutto inadeguata delle politiche migratorie, viziata anche da non commendevoli presupposti ideologici;• alle persistenti spinte "secessionistiche", dettate da egoismi localistici privi di genuine preoccupazioni di solidarietà nazionale;• all'enfasi fuori luogo sulla sicurezza, con l'intento di suscitare paure, sentimenti sospettosi se non ostili verso persone e gruppi di altre etnie, culture, religioni;• all'assenza di serie e coraggiose politiche di sviluppo, in grado di rilanciare credibilmente l'occupazione, soprattutto delle generazioni giovanili, che rischiano di vedere pregiudicato un futuro degno. Nell'anno in cui celebriamo il centocinquantesimo anniversario dell'unità nazionale, occorre ribadire che il Paese ha bisogno di recuperare slancio, fiducia, serenità. L'attuale compagine di governo, incapace di svincolarsi dalla micidiale morsa della difesa ad oltranza degli interessi del Presidente del Consiglio, per dedicarsi davvero e con lungimiranza ai reali problemi nazionali, non è in grado di garantire il necessario salto di qualità.All'indignazione, doverosa, per i troppi miserevoli spettacoli offerti da figure di vertice della maggioranza politica, deve seguire anche un'intelligente opera di sensibilizzazione delle coscienze perché si riscattino da torpori e assopimenti ai quali, complice la capillare cultura di "distrazione" di massa, sono state assoggettate.Le nostre associazioni, pur con la consapevolezza dei propri limiti, sono da tempo al lavoro per quest'attività di "coscientizzazione" politico-culturale. Non è il momento di abbassare la guardia; occorre, anzi, rinvigorire con intelligenza l'impegno, per concorrere all'edificazione di un Paese  e di una convivenza civile che offrano prospettive di futuro, di senso e di speranza anche per le nuove generazioni.Anche per questo ci  diamo appuntamento a Roma per il prossimo autunno per un incontro di quanti si riconoscono nei valori espressi dalla tradizione cattolico-democratica nel cattolicesimo democratico.Agire Politicamente  -  Argomenti 2000  -  Città dell'Uomo  -  La Rosa Bianca
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sabato 19 febbraio 2011

Roberto Vecchioni – Chiamami ancora amore

E per la barca che è volata in cielo
che i bimbi ancora stavano a giocare
che gli avrei regalato il mare intero
pur di vedermeli arrivare

per il poeta che non può cantare
per l’operaio che non ha più il suo lavoro
per chi ha vent’anni e se ne sta a morire
in un deserto come in un porcile
e per tutti i ragazzi e le ragazze
che difendono un libro, un libro vero
così belli a gridare nelle piazze
perché stanno uccidendo il pensiero

per il bastardo che sta sempre al sole
per il vigliacco che nasconde il cuore
per la nostra memoria gettata al vento
da questi signori del dolore

chiamami ancora amore
chiamami sempre amore
che questa maledetta notte
dovrà pur finire
perché la riempiremo noi da qui
di musica e di parole

chiamami ancora amore
chiamami sempre amore
in questo disperato sogno
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
anche restasse un solo uomo

chiamami ancora amore
chiamami ancora amore
chiamami sempre amore

perché le idee sono come farfalle
che non puoi togliergli le ali
perché le idee sono come le stelle
che non le spengono i temporali
perché le idee sono voci di madre
che credevano di avere perso
e sono come il sorriso di dio
in questo sputo di universo

chiamami ancora amore
chiamami sempre amore
che questa maledetta notte
dovrà pur finire
perché la riempiremo noi da qui
di musica e parole

chiamami ancora amore
chiamami sempre amore
continua a scrivere la vita
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
che è così vera in ogni uomo

chiamami ancora amore
chiamami ancora amore
chiamami sempre amore
chiamami ancora amore
chiamami sempre amore

che questa maledetta notte
dovrà pur finire
perché la riempiremo noi da qui
di musica e parole

chiamami ancora amore
chiamami sempre amore
in questo disperato sogno
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
anche restasse un solo uomo

chiamami ancora amore