domenica 29 dicembre 2013

Natale 2013

Oggi la liturgia domenicale ci ricorda che la famiglia di Gesu' e' stata costretta a cercare rifugio fuori dal proprio paese per sottrarsi alla persecuzione di Erode;
penso al buon Giuseppe che, con l'ansia di chi teme per la vita propria e dei propri cari, pone Maria e il bambino sull'asinello, raccoglie qualche provvista, e inizia un viaggio lasciando la propria casa;
Gesu', nei primi giorni della sua vita tra gli uomini, insieme alla sua famiglia, e' stato un rifugiato!
Il mio pensiero va a quanti oggi sperimentano la stessa condizione e sono costretti a lasciare la propria terra per paura di perdere la vita propria e dei propri cari, e penso a coloro che approdano in Italia per cercare protezione.
Mi chiedo se facciamo tutto il possibile per tutelare la dignita' di queste persone e ci impegniamo adeguatamente per il riscatto dei loro diritti ...
Buon Natale e buon Anno nuovo, che sia realmente un tempo di speranza e riscatto per i più fragili.


giovedì 12 dicembre 2013

Una sola famiglia umana. cibo per tutti

La Campagna di Caritas Internationalis

... Questa campagna vuole anche essere un invito a tutti noi a diventare più consapevoli delle nostre scelte alimentari, che spesso comportano lo spreco di cibo e un cattivo uso delle risorse a nostra disposizione. E’ anche un’esortazione a smettere di pensare che le nostre azioni quotidiane non abbiano un impatto sulle vite di chi ‐ vicino o lontano che sia ‐ la fame la soffre sulla propria pelle. ... (Papa Francesco)

vai al sito di Caritas Italiana

FRATERNITÀ, FONDAMENTO E VIA PER LA PACE

Giornata Mondiale della Pace 2014. Il Messaggio di Papa Francesco


5. (...) In molte società sperimentiamo una profonda povertà relazionale dovuta alla carenza di solide relazioni familiari e comunitarie. Assistiamo con preoccupazione alla crescita di diversi tipi di disagio, di emarginazione, di solitudine e di varie forme di dipendenza patologica. Una simile povertà può essere superata solo attraverso la riscoperta e la valorizzazione di rapporti fraterni in seno alle famiglie e alle comunità, attraverso la condivisione delle gioie e dei dolori, delle difficoltà e dei successi che accompagnano la vita delle persone.

Inoltre, se da un lato si riscontra una riduzione della povertà assoluta, dall’altro lato non possiamo non riconoscere una grave crescita della povertà relativa, cioè di diseguaglianze tra persone e gruppi che convivono in una determinata regione o in un determinato contesto storico-culturale. In tal senso, servono anche politiche efficaci che promuovano il principio della fraternità, assicurando alle persone - eguali nella loro dignità e nei loro diritti fondamentali - di accedere ai “capitali”, ai servizi, alle risorse educative, sanitarie, tecnologiche affinché ciascuno abbia l’opportunità di esprimere e di realizzare il suo progetto di vita, e possa svilupparsi in pienezza come persona.

Si ravvisa anche la necessità di politiche che servano ad attenuare una eccessiva sperequazione del reddito. Non dobbiamo dimenticare l’insegnamento della Chiesa sulla cosiddetta ipoteca sociale, in base alla quale se è lecito, come dice san Tommaso d’Aquino, anzi necessario «che l’uomo abbia la proprietà dei beni»[12], quanto all’uso, li «possiede non solo come propri, ma anche come comuni, nel senso che possono giovare non unicamente a lui ma anche agli altri»[13].

Infine, vi è un ulteriore modo di promuovere la fraternità - e così sconfiggere la povertà - che dev’essere alla base di tutti gli altri. È il distacco di chi sceglie di vivere stili di vita sobri ed essenziali, di chi, condividendo le proprie ricchezze, riesce così a sperimentare la comunione fraterna con gli altri. Ciò è fondamentale per seguire Gesù Cristo ed essere veramente cristiani. È il caso non solo delle persone consacrate che professano voto di povertà, ma anche di tante famiglie e tanti cittadini responsabili, che credono fermamente che sia la relazione fraterna con il prossimo a costituire il bene più prezioso. (...)